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“Ma con che coraggio criticate i volontari che hanno cucinato la fagiolata di Chiavazza?”

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Sabato 6 e domenica 7 febbraio 2016: cielo terso sopra Chiavazza; già da un giorno piove a dirotto senza sosta, temperatura sui 4 gradi circa.

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore

Sabato 6 e domenica 7 febbraio 2016: cielo terso sopra Chiavazza; già da un giorno piove a dirotto senza sosta, temperatura sui 4 gradi circa. Si legge sui siti online e sulla carta stampata che molte feste carnevalesche sono rinviate a causa del maltempo, così come numerose fagiolate in giro per il biellese. Ma in quel di Chiavazza non è così. Già dal sabato antecedente alla grandissima fagiolata del Guinness dei primati, numerosi Volontari (e ribadisco: volontari) si sono trovati dalle prime ore del mattino per preparare tutti gli ingredienti necessari per far sì che la più grande fagiolata del mondo venisse squisita come tutti gli anni passati… per quanto fosse possibile visto che sono Volontari e non chef. Domenica stessa solfa: Volontari che puntano la sveglia per le ore 5.00 e poi via sotto la pioggia battente a riempire, degli ingredienti preparati il giorno prima, i 131 paioli in rame. No, non è stato un errore di battitura, sono proprio 131 (centotrentuno). Non c’è sosta per i nostri valorosi Volontari che continuano a cucinare fino all’ora della distribuzione per far sì che a fine giornata possano dire: “Sì, anche quest’anno ce l’abbiamo fatta! La fagiolata più grande e più gustosa del mondo è nostra! L’abbiamo fatta noi!”. La soddisfazione più grande è quella di arrivare al tardo pomeriggio e scoprire che, delle 25.000 (venticinquemila) razioni, neanche un cucchiaio ne è avanzato. Tutto questo per accontentare il popolo biellese, e non solo, che già da mesi corre per accaparrarsi il buono per assicurarsi questa prelibatezza. I “tristi” epiloghi dei giorni successivi non mancano, purtroppo. Si legge da alcune persone (per fortuna poche) che è veramente sconcertante cucinare all’aria aperta con l’acqua piovana che cade dentro ai paioli, come se fosse qualcosa di cancerogeno o cose simili; gente che disprezza un piatto commestibile o, peggio ancora, disprezza e non è riconoscente riguardo il lavoro dei Volontari che, per fare tutto ciò, ci hanno messo cuore, bontà e tanta volontà. Forse tutti questi commenti sono stati scritti per invidia verso questo evento, considerato da noi chiavazzesi e non solo, mondiale. O forse fatto da persone che aspetta solamente il minimo “pelo nell’uovo” per far scatenare idee e pensieri che non passano per la mente di nessuno, se non di questi individui che presumibilmente non hanno mai mosso un dito nella loro vita e che non hanno mai preso in mano un mestolo per girare una minestra destinata ad un loro caro… ma magari perché non è in grado nemmeno di cucinarla, quindi non vogliamo nemmeno immaginare questi tali preparare una fagiolata. Fatto sta che le intemperie e il commento negativo di solamente quattro o cinque persone – contro le migliaia che si sono recate a prendere la fagiolata di Chiavazza e che hanno espresso parere più che positivo- non fermerà mai, e dico mai, i nostri acclamati e riconosciuti Volontari che ogni anno si superano e stupiscono sempre di più il popolo piemontese. Onore a loro! Onore al Comitato Benefico Chiavazzese! Onore a Chiavazza! Perché nella vita il “saper parlare” non è tutto: il rispetto, la riconoscenza e l’educazione è molto di più, se non tutto. Tengo solo più a precisare che la parola Volontari è stata scritta con la lettera maiuscola perchè, queste persone, la lettera maiuscola se la meritano, esattamente come una stella per un cuoco. Mi raccomando, chiudetevi in casa se non volete sentire la “puzza” dei fagioli che bollono il prossimo anno, anche perché l’odore sarà maggiore: i paioli sul fuoco saranno 132. Quest’anno, cari miei amici Volontari di Chiavazza, avete superato anche gli chef pluristellati che si vedono nelle trasmissioni TV!

lettera firmata

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