Seguici su

Attualità

I medici biellesi in campo per difendere il nuovo ospedale

Pubblicato

il

L’Ordine Provinciale prende posizione contro il ridimensionamento: “L’attuale piano sanitario avrà ripercussioni negative sia sanitarie che sociali”

Le considerazioni del consiglio provinciale dell’Ordine dei Medici a proposito del taglio di posti letto previsto per l’ospedale di Biella.

Il Consiglio dell‘Ordine Provinciale del Medici di Biella è profondamente preoccupato dal  ridimensionamento  dei posti -­ letto del nuovo nosocomio e con viva apprensione  teme che ciò possa  avere una severa ripercussione su tutto l’ambito della struttura sanitaria biellese  

I criteri per l’assegnazione di posti letto ospedalieri presenti nella Dgr 1-­?660 del 19/novembre 2014  atti a  soddisfare gli standard per  bacini d’utenza previsti della Conferenza Stato Regioni  n 8 del 5/8/2014 e dal Patto della Salute, ridurrebbero drasticamente l’attività del nostro nosocomio. Secondo tali criteri, alcune strutture  complesse del nostro ospedale con relativi posti letto risulterebbero in esubero e troverebbero giustificazione solo a fronte d’ un bacino d’utenza più ampio 

Molti numeri sono stati snocciolati a difesa delle opposte tesi, tuttavia dati reali devono far riflettere sulla particolare veemenza che la scure regionale ha voluto imporre al nostro ospedale, infatti secondo la legge 135/2012  la presenza di una struttura complessa ogni 17,5 posti letto assegnerebbe al nostro nosocomio 28 strutture complesse: la Dgr ne assegna solo 22 nonostante l’elevata dotazione tecnologica ed impiantistica del nostro nosocomio. Con questi presupposti è difficile comprendere come ospedali datati e posti nelle province vicine abbiano avuto riduzioni di strutture complesse assai inferiori, se non assenti, rispetto alla nostra realtà. Valgono come esempi: 

  • la soppressione dei reparti di malattie infettive e di pneumologia dotate di camere di degenza a pressione negativa e quindi  più idonee al trattamento di malati al alto tasso infettivo. Questi reparti vengono mantenuti nella provincia limitrofa in una struttura nosocomiale assai meno adeguata.
  • L’ospedale HUB di Novara attualmente è costretto ad eseguire alcuni interventi chirurgici in strutture prefabbricate, mentre nel nostro ospedale  sono in funzione 17 sale operatorie altamente tecnologiche.
  • La presenza di un’elisuperficie abilitata all’atterraggio notturna (unica nel quadrante) ed  una rianimazione dotata di 10 posti letto con postazioni a pressione negativa, il DEA con radiologia d’urgenza dedicata, contrastano con l’eliminazione di specialità quali pneumologia, infettivologia, gastroenterologia e dei letti di degenza nefrologici. 

Va sottolineato che le 6 strutture soppresse non sono di recente istituzione, ma fanno parte della “storia del Degli infermi“: un bagaglio culturale importantissimo  e punti di riferimento per tutta la sanità del territorio non solo biellese. La soppressione di una struttura complessa comporta non solo  l’eliminazione dei letti di degenza a lei attribuiti, ma anche le funzioni svolte e i servizi da essa erogati non surrogabili da altre specialità. 

I teorici 531 posti letto sono già stati ridotti agli attuali 482; ora se ne prevede un’ ulteriore riduzione a circa 400 e questo comporterebbe un collasso dell’intera struttura sanitaria soprattutto di fronte ad emergenze sanitarie come quelle verificatesi in questi giorni. 

Ridurre i posti letto non è sinonimo di riduzione di ricoveri. In una realtà sanitaria come la nostra dove l’integrazione con il territorio ha raggiunto livelli invidiabili, il ricovero ospedaliero avviene solo se è veramente necessario e lo dimostrano gli alti tassi di occupazione dei posti letto e l’alto tournover.  

E’  sempre frutto dell’integrazione ospedale -­ territorio se il ricovero viene visto come una necessità e non come un’opportunità terapeutica alternativa. In particolar modo ciò è evidenziato da reparti di particolare complessità come la neurologia, la nefrologia, la cardiologia rianimazione, la medicina semintesiva,  dimostrati dall’alto tasso di occupazione, dai DRG di elevata complessità, ma soprattutto dagli attestati di gratitudine della popolazione. La chiusura di reparti come la post acuzie e geriatria priverebbe la sanità biellese di una risorsa insostituibile. L‘acuzie nell’anziano necessita, per il suo trattamento, di un settore che richiede particolari competenze, viste le numerose comorbilità presenti in quei soggetti . 

Inoltre sono stati recentemente autorizzati 10 posti letto per un nucleo di pazienti in stato vegetativo che vengono presi in carico direttamente dal reparto di post acuzie. Questo configurerebbe un ampliamento delle competenze di pertinenza della struttura complessa e ne giustificherebbe ulteriormente l’esistenza.  Non è semplice  campanilismo il voler difendere il nuovo nosocomio della nostra città, struttura dotata di macchinari sanitari di eccellenza gran parte frutto di donazioni di privati. Si vuole salvaguardare un certo tipo di sanità fortemente radicata nel DNA stesso della popolazione. Ne è la dimostrazione la neonata associazione “amici dell’ospedale”, che ha avuto da subito numerosissime adesioni con importanti donazioni. 

In nome di un pareggio di bilancio sono cancellate da una parte patrimoni culturali faticosamente costruiti da sanitari che hanno dedicato gran parte della loro vita a questa professione, e dall’altra a punti di riferimento per la popolazione per una sanità affidabile. Il risultato di questa DGR non sarà  la riduzione dei costi ma l’aumento della mobilità passiva con migrazione verso altre strutture soprattutto extraregionali, la demotivazione da parte degli operatori sanitari, l‘insoddisfazione dell’utenza  e soprattutto la sfiducia verso un sistema sul quale erano state riposte giustificate aspettative. 

Si auspica quindi una revisione della DGR con rimodulazione dei posti -­ letto e delle strutture assegnate, lasciando spazio ad una seria riorganizzazione del nosocomio piuttosto che alle indicazioni dell’attuale piano sanitario, che non potrà che avere negative ripercussioni sia sanitarie sia sociali. 

Il Consiglio dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Biella

Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook