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Emergenza sbarchi, altri 40 migranti in arrivo nel Biellese

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I barconi della speranza continuano a partire, inevitabilmente anche a Biella e al Piemonte viene chiesto di fare la propria parte nell’accoglienza delle persone sbarcate sulle coste italiane negli ultimi giorni.

I barconi della speranza continuano a partire, inevitabilmente anche a Biella e al Piemonte viene chiesto di fare la propria parte nell’accoglienza delle persone sbarcate sulle coste italiane negli ultimi giorni.

Al Piemonte, in questa nuova fase, è stato chiesto di accogliere 776 migranti, di questi 178 sono già arrivati nei giorni tra il 2 e il 4 giugno mentre 290 arriveranno entro la giornata di domani. I 776 migranti verranno suddivisi sulle province secondo le quote stabilite dal Tavolo di Coordinamento Regionale: 310 nella provincia di Torino; 95 nella provincia di Alessandria; 129 nella provincia di Cuneo; 38 nella provincia di Vercelli; 81 nella provincia di Novara; 48 nella provincia di Asti; 40 nella provincia di Biella; 35 nella provincia di Verbania. Al 1 giugno 2015 in Piemonte erano presenti 3.400 migranti, di cui 1.314 a Torino e Provincia. Nella sola Provincia di Torino i Comuni interessati dall’accoglienza sono 52 e le cooperative impegnate sono 17.

“Il Ministero dell’Interno – spiega l’assessore Monica Cerutti – ha stabilito le quote spettanti a ogni Regione nell’ambito della gestione dell’emergenza sbarchi e il Piemonte rispetterà gli impegni presi. Noi però non possiamo farci carico anche della parte spettante ad altre regioni. Credo che sarà importante che il Governo risponda alle esigenze dei territori attivando meccanismi incentivanti a 360 gradi, non solo allargando a tutti i comuni interessati l’esclusione dal Patto di Stabilità delle spese affrontate per l’accoglienza dei migranti, ma aprendo le maglie del Patto di Stabilità e offrendo così ossigeno a tutti i cittadini”.

“I territori piemontesi – aggiunge l’assessore regionale all’Immigrazione – si stanno adoperando nell’integrazione dei gruppi di migranti che arrivano nei Comuni e mi piacerebbe che, oltre a dare eco alle strumentalizzazioni politiche infondate di chi vuole fare solo propaganda, si parlasse anche degli esempi positivi: a Pettinengo la popolazione si sta adoperando per evitare che i migranti vengano rimpatriati; a Rivarolo alcuni migranti hanno operato come volontari e vigilantes durante il mercato cittadino; a Gattinara operano da spazzini, agricoltori o sarti; a Pamparato hanno aiutato l’amministrazione comunale in lavori di manutenzione e ci sono altri esempi sul territorio. Prova che l’integrazione tra profughi e comunità locale è possibile”.

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