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Signor Ravetti, davanti a quale cassonetto devo portare i fiori per mia nonna?

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Davanti a quale cassonetto devo portare i fiori per mia nonna?
La rabbia di Beatrice per la terribile vicenda che ha coinvolto il tempio crematorio di Biella (leggi anche qui per approfondire la notizia).
Ecco la sua lettera
Sig. Ravetti,
Anche se il “sig.” davanti al suo cognome mi sembra impossibile da scrivere dopo quanto è emerso in questi giorni, indirizzo a Lei le mie parole in quanto rappresentante legale della Ditta Socrebi.

Volevo chiederle, mi scusi la mia ignoranza, ma dove posso portare dei fiori alla mia nonna?
Dove avrei dovuto lasciare tutti i mazzi che le ho portato, davanti a quale lapide? Davanti a quale urna? Davanti a quale cassonetto?

Perché vede, probabilmente lei non lo può capire, vista la ferocia con la quale ha agito, sentito quanto riportato dalla Procura, ma fa male l’assenza. Fa male la distanza. Fa male ogni giorno e sapere, dopo tutto quello che la mia nonna ha passato in vita, che probabilmente anche il suo corpo morto abbia subito alcune atrocità è imperdonabile.

Le auguro che lei non si senta mai in colpa per quello che ha fatto, perché se anche solo un giorno, anche solo per un’ora lei potesse capire la portata delle sue azioni… beh, verrebbe divorato dallo stesso mostro terrificante che lei stesso ha creato.

E non importa se sia successo una, dieci, cento, mille volte. Nessuno di noi potrà mai sapere la verità. Io non potrò mai sapere se e cosa abbiate fatto alla mia nonna. Nessuno di noi. E non passerà mai il pensiero e il dubbio dalle nostre menti.

Ma una cosa è certa: queste parole non sono per me ma per la mia nonna. Ovunque la sua anima sia e ovunque i suoi resti riposino.
Il bene che facciamo in vita rimane per l’eternità, il resto sarà giudicato altrove.

Provi a chiedersi scusa, capirà presto che non si potrà mai perdonare nemmeno lei stesso.

Un abbraccio sentito a chi come me sta vivendo questa situazione nel dubbio e nel dolore.

Beatrice

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