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Dal Biellese a Marrakech a bordo di un “Ciao”

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Dal Biellese a Marrakech a bordo di un “Ciao”.
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Dopo 11 giorni trascorsi in strada e ben 3200 chilometri percorsi ha raggiunto Marrakech, perla architettonica del Marocco, a bordo di un “Ciao”, uno dei ciclomotori che ha fatto la storia d’Italia ma che sicuramente non è conosciuto per percorrere le lunghe distanze. Protagonista dell’impresa è Luca Castagno, 36 anni, residente a Tollegno. «Sono orgoglioso di aver raggiunto la meta che mi ero prefissato, seppur con qualche difficoltà, viaggiando senza sosta dall’alba al tramonto alla velocità di 23 chilometri orari – commenta il diretto interessato – Ho scelto il “Ciao” in quanto è il più lento dei cinquantini, con lo scooter sarebbe stato troppo facile. Inoltre ho viaggiato da solo perché ho deciso di partire all’ultimo momento e i miei amici non sono riusciti ad organizzarsi per tempo. Ho comunque potuto contare sul sostegno di mio fratello nella parte finale del percorso, con il quale ho raggiunto Marrakech».
Ma quali sono state le altre tappe del viaggio, iniziato lo scorso 19 agosto e terminato in Africa il 2 settembre? «Dal Biellese mi sono dapprima diretto in Francia – continua Luca Castagno – Mi sono fermato ad Antibes, in Costa Azzurra e ad Arles, in Camargue. Ho poi proseguito in Spagna, dove mi sono fermato a Girona, Barcellona e Tarragona. Le prime difficoltà però sono iniziate a Valencia, a causa di un guasto al motore. Sono stato, quindi, costretto a proseguire su un furgone, sul quale ho percorso 700 chilometri, fino ad Algeciras, in Andalusia. Da qui mi sono infine imbarcato in traghetto fino a Tangeri, dove ad aspettarmi c’era mio fratello. Ho poi concluso la mia impresa a bordo del “Ciao” fino a Marrakech».
Un’avventura, quella di Luca Castagno, vissuta con grande soddisfazione ed entusiasmo nonostante non siano mancati, come si è detto, gli imprevisti. «E’ stato un viaggio faticoso, più fattibile se affrontato con più giorni a disposizione – conclude – Oltre al guasto al motore, probabilmente sono mancati anche alcuni accorgimenti, trascurati per la fretta. Ad esempio il bagaglio era molto pesante e ha causato diverse volte la rottura della ruota posteriore. Per non parlare di ben 12 raggi spezzati. Rimane comunque l’orgoglio di essere arrivato a destinazione. Si è trattato di un “test”, e come tale non si può mai sapere come va a finire finchè non si prova. Questa diventerà anche la prossima sfida della Brados Asd, organizzazione che si occupa della realizzazione del Crazy Italian Rally da Biella a Pachino».

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