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Biella cifre e conti del bilancio 2018

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Biella cifre e conti del bilancio 2018

L’approvazione del conto consuntivo, ovvero il bilancio consolidato e finale dell’anno passato, è stato l’ultimo atto “politico” del consiglio comunale in questa legislatura: l’aula ha detto sì alla delibera, l’unica all’ordine del giorno della seduta di mercoledì 17 aprile, con 17 voti a favore e 6 contrari. Ma il dibattito (disponibile su YouTube al link https://youtu.be/AmA4TaeHMUw) è stato l’occasione per sindaco e assessori di tracciare un bilancio del quinquennio di amministrazione e per l’opposizione di criticare il loro operato.

A presentare invece i conti del 2018 di palazzo Oropa è stato l’assessore alle finanze Giorgio Gaido, che ha ricordato alcuni parametri migliorati rispetto al passato, dall’anticipazione di cassa (il “fido” chiesto alle banche per pagare beni e servizi quando sui conti comunali non sono ancora arrivati i proventi di tributi e trasferimenti) che è scesa da 8,3 milioni a poco più di 5, fino alla pressione tributaria procapite. “Nel 2018 abbiamo chiesto ai cittadini 605,66 euro procapite” ha sottolineato Gaido, “mentre nel 2014 se ne chiedevano 857,36. Da questo dato, è vero, è esclusa la tariffa rifiuti passata dal 2016 a Seab, ma anche rispetto a quell’anno, quando la quota era di 636,84 euro, c’è stato un calo. E nel frattempo abbiamo aggiunto i grandi numeri del recupero dell’evasione fiscale e la popolazione, cifra per la quale si divide il totale dell’incasso da imposte e tariffe, è calata ulteriormente”.

Un altro dato in discesa è quello dell’indebitamento. I mutui accesi per consentire gli investimenti in opere pubbliche gravano per 40 milioni, “dieci in meno rispetto a cinque anni fa” ha detto l’assessore. Il calcolo procapite in questo caso passa dai 1.111,94 euro a testa del 2014 a 917,87 del 2018. Cala anche il numero dei dipendenti comunali, benché sia lievemente salito il loro costo annuale: adesso sono uno ogni 157 abitanti. Quattro anni fa ce n’era uno ogni 142.

Giorgio Gaido ha anche rivendicato una scelta politica “che ci porta tutti gli anni a essere bacchettati dai revisori dei conti, quella di chiedere ai cittadini solo il 28,75% del costo dei servizi a domanda individuale”. Nel dettaglio, i 2,2 milioni di spesa annuale per gli asili nido vengono coperti solo per il 24% dalle rette, così come i pagamenti richiesti per i pasti alle mense scolastiche sono pari al 20% del costo totale annuo di 607mila euro. Più basso ancora l’indice di copertura per i canoni di utilizzo degli impianti sportivi: 12%. L’unica voce in attivo è quella legata ai parcheggi a pagamento, che nel 2018 hanno consentito un incasso netto di 238mila euro. Non va così bene per le multe per le infrazioni al codice della strada: solo il 43,87% dell’ammontare totale delle contravvenzioni del 2018 è stato effettivamente incassato. Più della metà degli automobilisti indisciplinati non paga.

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