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All’ospedale arriva la mammografia 3D

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E’ partito nei giorni scorsi all’ASL di Biella il progetto di ricerca “Proteus Donna”, finalizzato al miglioramento della diagnosi precoce del tumore della mammella e che in Piemonte è attualmente presente solo in tre centri. L’Ospedale degli Infermi ha avviato questo studio clinico subito dopo Torino, in particolare dopo il Centro di Prevenzione Oncologia e l’Ospedale Sant’Anna, che lo hanno attivato solo alcuni mesi fa.

E’ partito nei giorni scorsi all’ASL di Biella il progetto di ricerca “Proteus Donna”, finalizzato al miglioramento della diagnosi precoce del tumore della mammella e che in Piemonte è attualmente presente solo in tre centri. L’Ospedale degli Infermi ha avviato questo studio clinico subito dopo Torino, in particolare dopo il Centro di Prevenzione Oncologia e l’Ospedale Sant’Anna, che lo hanno attivato solo alcuni mesi fa.
“Proteus Donna” ha l’obiettivo di mettere a confronto gli esiti della mammografia tridimensionale con quelli della mammografia tradizionale (a due dimensioni). Il progetto si colloca nell’ambito del programma regionale di screening “Prevenzione Serena” e si rivolge alle sole donne tra i 46 e i 68 anni di età, invitate tramite lettera. Mentre la normale mammografia è in grado di ricavare immagini “piatte” del seno”, quella a tre dimensioni può mostrarne anche il volume.
Angelo Penna, direttore sanitario dell’Asl, spiega: «Nei primi cinque mesi del 2015, e cioè nel periodo che ha caratterizzato l’avvio del nuovo ospedale, sono state eseguite 3.395 mammografie di screening, pari a  6.790 letture. Nell’arco di sei mesi dal trasloco dalla vecchia alla nuova sede ospedaliera, inoltre, è stato abbandonato completamente l’utilizzo di mammografie su pellicola anche per lo screening, passando totalmente al digitale e uniformandosi così agli altri servizi diagnostici».
La Radiologia dell’Ospedale degli Infermi è una delle poche d’Italia ad essere dotata di ben due mammografi digitali in grado di ricavare immagini che mostrano anche il volume della mammella: uno donato dalla Fondazione Edo ed Elvo Tempia e l’altro dedicato solo alla clinica e agli approfondimenti diagnostici, donato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella.

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